2024 Settembre

  • BUONA VOLONTÀ DI CRESCERE

    Se sì devono ricevere altri doni, il nostro risveglio deve con­tinuare.

    COME LA VEDE BILL, pag. 8

    La sobrietà riempie il penoso “vuoto nell’anima” che il mio alcolismo aveva creato. Spesso mi sento così bene fisicamente da credere che il mio lavoro sia finito. In ogni modo, la gioia non è solo assenza di dolore; è anche il dono di un risveglio spirituale continuo. La gioia deri­va dall’applicazione continua ed attiva, dalla pratica dei princìpi del recupero nella vita di tutti i giorni e dalla condivisione della mia esperienza con altri. Il Potere Su­periore mi fornisce numerose opportunità di approfondi­re il mio risveglio spirituale. Ho solo bisogno di alimen­tare nel mio recupero la buona volontà di crescere. Oggi sono pronto a crescere

  • TROVARE UN MOTIVO PER CREDERE

    Le parole di una canzone dicono: “… e cerco di trovare un motivo per credere…”. Questo mi ricorda che un tem­po non ero capace di trovare un motivo per credere che la mia vita andasse bene. Anche se entrando in A.A. mi ero salvato la vita, tre mesi più tardi me ne sono allontanato e sono tornato a bere. Qualcuno mi ha detto: “Non sei ob­bligato a credere. Sei disposto a credere che la tua vita abbia uno scopo, anche se da solo non riesci a capire qua­le sia questo scopo o se a volte puoi non sapere il modo giusto di comportarti?”. Ho potuto iniziare a lavorare sui Passi quando ho capito che dovevo diventare disposto a credere che la mia vita aveva davvero uno scopo. Adesso, quando conrincio con “Sono disposto…”, uso la chiave che conduce all’azione, all’onestà e all’apertura verso un Potere Superiore che si muove nella mia vita.

  • COSTRUIRE UNA NUOVA VITA

    Crediamo che, quando uno sostiene che sia sufficiente esse­re astinente perché tutto torni a posto, non sappia quello che sta dicendo.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 81

    Quando rifletto sul Nono Passo, capisco che mi deve ba­stare la sobrietà fisica. Devo sempre ricordarmi quanto fossi senza speranza prima di trovare la sobrietà, e quan­to fossi disposto a fare di tutto pur d’ottenerla. La mia so­brietà fisica non basta però a quelli che mi stanno intorno: devo, infatti, rendermi conto che questo dono di Dio va usato per costruire una nuova vita per la famiglia e co­loro che amo. Cosa altrettanto importante, è che devo es­sere disponibile ad aiutare quelli che desiderano adottare lo stile di vita A. A.

    Chiedo a Dio che mi aiuti a condividere il dono della sobrietà, in modo che i suoi benefici possano essere mo­strati a coloro che conosco e amo

  • RICOSTRUZIONE

    Bisogna prevedere un lungo periodo di ricostruzione…

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 81

    Ricostruirmi una vita è il primo scopo del mio recupero, ottenuto evitando di bere quel primo bicchiere, un giorno alla volta. Per realizzare tale obiettivo le maggiori possi­bilità di successo si hanno con il lavorare sui Passi di A.A. La vita spirituale non è una teoria: funziona, ma de­vo viverla. Il Secondo Passo mi ha avviato sul cammino di una vita “spirituale e il Nono mi permette di entrare nel­la fase conclusiva del cammino iniziato con i primi Passi, che mi hanno insegnato come vivere una vita spirituale. Senza la guida e la forza di un Potere Superiore mi sareb­be impossibile procedere attraverso i vari stadi della rico­struzione. Mi accorgo che Dio lavora per me e per mio tramite. Me ne arriva la prova quando mi accorgo che Egli, eliminando quella divorante compulsione al bere, ha fatto per me ciò che non sarei mai riuscito a fare da so­lo. Devo continuare a cercare ogni giorno la Sua guida. Il mio Potere Superiore mi garantisce una tregua giornalie­ra e mi darà la forza di cui ho bisogno per ricostruirmi.

  • EQUILIBRIO EMOTIVO

    Abbiamo fatto direttamente ammenda verso tali persone, laddove possibile…

    DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 119

     

    Quando ripenso ai tempi in cui bevevo ricordo che molta gente, entrata di passaggio nella mia vita solo per caso, è stata messa in serie difficoltà dalla rabbia e dal sarcasmo che erano in me. Nessuno tra questi è più rintracciabile, e riparare direttamente ai torti fatti loro è impossibile. L’u­nica cosa che posso fare per queste persone, e gli unici “cambiamenti in meglio” che posso loro offrire, sono azioni di tipo indiretto nei confronti di coloro il cui cam­mino si incroci brevemente col mio. Comportarmi rego­larmente con gentilezza e cortesia mi aiuta a vivere in equilibrio emotivo e in pace con me stesso.

  • ELIMINARE LE MINACCE ALLA SOBRIETÀ

    … tranne quando, così facendo, avremmo potuto recare danno a loro oppure ad altri.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 58

    Il Nono Passo ristabilisce in me un senso di appartenen­za, non solo al genere umano ma anche alla vita di tutti i giorni. Per prima cosa questo Passo mi consente di la­sciare il porto sicuro di Alcolisti Anonimi per entrare in relazione con coloro che A.A. non sono, e alle loro con­dizioni, non alle mie. Mi intimorisce, ma so che questo Passo è necessario se voglio tornare alla vita. In secondo luogo, con il risanare i precedenti rapporti, il Nono Passo mi indica la strada per eliminare le minacce alla mia so­brietà più serena, spazzando via i resti del mio passato naufragio che potrebbero portarmi a una ricaduta

  • “LA NOSTRA PARTE DI STRADA”

    Siamo là per ripulire la nostra parte di strada, perché siamo convinti che non approderemo a nulla di buono finché non lo avremo fatto; ma non cerchiamo mai di dirle ciò che do­vrebbe fare. Non discutiamo i suoi errori, preoccupiamoci dei nostri.

    alcolisti anonimi, pag. 76

    Ho cercato di riparare ai torti fatti a mio padre subito do­po avere smesso di bere, ma era sordo alle mie parole perché avevo incolpato lui dei miei guai. Molti mesi do­po ci ho riprovato – questa volta scrivendogli una lettera in cui non lo biasimavo né facevo cenno ai suoi errori. Ha funzionato, e alla fine ho capito! Sono responsabile sol­tanto della mia parte di strada e – grazie a Dio e ad A.A. – per oggi è pulita.

  • “ABBIAMO FATTO UN ELENCO…”

    Abbiamo fatto un elenco di tutte le persone cui abbiamo fatto del male…

    Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pag. 111

    Affrontando l’Ottavo Passo mi sono chiesto come potevo fare un elenco di tutto ciò che
    avevo fatto ad altre persone, dato che erano così numerose e alcune non erano più vive.
    Molte delle ferite che avevo inflitto non erano gravi, ma mi opprimevano molto. La cosa
    più importante da capire in questo Passo era che dovevo acquisire la volontà di fare
    tutto il necessario per riparare al mio meglio ai torti fatti ad altri, e in quel preciso
    momento. Volere è potere, dunque se voglio sentirmi meglio, devo scaricare i sensi di colpa
    che ho. In uno spirito sereno non c’è spazio per i sensi di colpa. Con l’aiuto del mio Potere
    Superiore, e se sono onesto con me stesso, posso liberarmene.

  • APRIRE NUOVE PORTE

    Si realizzano [le Promesse] in mezzo a noi, ora rapidamen­te, ora lentamente.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 83

    Le Promesse di cui si parla in questo brano prendono len­tamente vita per me. Ciò che mi ha dato speranza è stato il mettere in azione il Nono Passo, che mi ha permesso di vedere e pormi degli obiettivi precisi per potermi recupe­rare.

    I vecchi comportamenti e abitudini sono duri a mori­re. Fare il Nono Passo mi permette di chiudere la porta in faccia all’ubriacone che ero un tempo e di aprirmi nuove strade da alcolista sobrio. Riparare direttamente ai torti fatti è decisivo per me. Sistemando le relazioni e i com­portamenti del passato sono molto più in grado di vivere una vita da sobrio!

    Benché abbia alcuni anni di sobrietà alle spalle, ci so­no dei momenti in cui la “vecchia robaccia” del passato ha bisogno di essere tenuta sotto controllo, e il Nono Pas­so funziona sempre, quando ci lavoro

  • RECUPERO PER PROCURA?

    Siamo certi che si attuano [le Promesse], se ci impegniamo alla loro realizzazione.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 83

    A volte penso: “Fare queste ammende mi butta troppo giù! Nessuno dovrebbe umiliarsi fino a questo punto!”. Tuttavia, è proprio questo uiniliarmi nel profondo a por­tarmi sempre più vicino alla luce dello spirito. A.A. è l’u­nica speranza che ho, se voglio continuare a ristabilirmi e raggiungere una vita di felicità, amicizia e armonia.

  • FARE AMMENDA

    Soprattutto, dovremmo cercare di essere assolutamente sicu­ri che non stiamo rimandando perché abbiamo paura.

    DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 125

    Aver coraggio ed essere senza paura sono i doni del mio recupero. Mi danno la forza di chiedere aiuto e andare avanti nel rimediare ai danni che ho provocato, con di­gnità e umiltà. Il farlo potrebbe richiedere una tale dose di onestà che sento di non avere, ma con l’aiuto di Dio e la saggezza degli altri posso cercarla in me, e trovare la forza di agire. I miei tentativi di fare ammenda possono essere accettati o meno, ma dopo averli portati a termine posso camminare con un senso di libertà e sapere che, per oggi, sono responsabile.

  • SONO RESPONSABILE

    Poiché l’essere pronti ad accettare tutte le conseguenze del­le nostre azioni passate, e nello stesso tempo ad assumerci la responsabilità del benessere altrui, è il vero spirito del Nono Passo.

    DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 125

     

    Nel corso del mio recupero, con l’aiuto di Alcolisti Anoni­mi, imparo che la mia libertà è la cosa di cui ho davvero paura, che v;ene dalla mia tendenza a tkarrni indietro di fronte a qualsiasi responsabilità: nego, ignoro, accuso, evito. Poi, un bel giorno guardo, ammetto, accetto. La li­bertà, la guarigione e il recupero di cui faccio esperienza stanno nel guardare, ammettere, accettare. Imparo a dire: “Sì, sono responsabile”. Quando riesco a pronunciare que­ste parole con onestà e sincerità, allora sì che sono libero.

     

  • RIMEDIARE AI DANNI

    Buona capacità di giudizio, un’attenta scelta del momento giusto, coraggio e prudenza: sono queste le qualità di cui avremo bisogno nell’intraprendere il Nono Passo.

    DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 119

     

    Questo Passo lo si può vedere in due modi: il primo è ri­mediare ai danni – allo stesso modo in cui, se ho rovinato lo steccato del vicino, devo ripararlo; si tratta in questo caso di un’azione diretta. Il secondo consiste nel modifi­care il mio comportamento in modo che, se le mie azioni hanno arrecato danno a qualcuno, faccio uno sforzo quoti­diano per non causarne altri. Modifico così il mio modo di fare, e qui si tratta di un’azione indiretta. Qual è il sistema migliore? L’unico approccio corretto, a condizione che l’adottarlo non provochi ulteriori problemi, è quello di se­guirli entrambi. Se il danno è ormai fatto, allora modifico semplicemente il mio modo di fare. Agire in questo modo mi assicura che sto facendo ammenda con onestà.

  • PACE DELLO SPIRITO

    Sottoponiamo prima la questione al nostro sponsor o consi­gliere spirituale, chiedendo sinceramente l’aiuto e la guida di Dio e nel frattempo decidiamo di fare ciò che è giusto non appena diviene chiaro, costi quel che costi?

    DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 124 –

     

    Il credere in un Potere Superiore è una parte essenziale del mio lavoro sul Nono Passo; la disponibilità al perdo­no, la scelta del momento opportuno e giuste motivazioni sono gli altri ingredienti. La mia buona volontà di fare il Passo è un’esperienza di crescita che apre la porta a nuo­ve e genuine relazioni con le persone cui ho fatto del ma­le. La mia azione responsabile mi porta più vicino ai princìpi spirituali del Programma: amore e servizio. Ne seguiranno di sicuro pace dello spirito, serenità e una fe­de rafforzata.

  • UNA NUOVA VITA

    Sì, esiste un sostituto ed è anche qualcosa dì molto di più.
    L’associazione Alcolisti Anonimi__ La vita finalmente avrà per voi un significato.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 152

     

    La vita è migliore senza alcol. A.A. e la presenza di un Potere Superiore mi mantengono sobrio, ma la grazia di Dio fa ancora meglio – porta il Servizio nella mia vita. Il contatto con il Programma di A.A. mi insegna a com­prendere in modo” sempre nuovo e migliore cosa sia e co­me operi Alcolisti Anonimi ma, fatto molto più importan­te, mi aiuta svelare a me stesso chi sono: un alcolista che ha bisogno della pratica costante del Programma di A.A. per poter vivere la vita che gli è stata data dal Potere Su­periore.

  • RESTIAMO IN PIEDI O CADIAMO, INSIEME

    … nessuna associazione di uomini e donne ha mai avuto più urgente bisogno di una continua capacità di funzionare in permanente unità. Noi alcolisti ci siamo resi conto che biso­gna lavorare insieme e stare uniti, altrimenti molti di noi al­la fine moriranno da soli.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 383

     

    Proprio come i Dodici Passi sono scritti secondo un de­terminato ordine per un motivo ben preciso, così lo sono le Dodici Tradizioni. Il Primo Passo e la Prima Tradizio­ne tendono a instillare in me abbastanza umiltà da conce­dermi una possibilità di sopravvivere. Insieme, rappre­sentano le fondamenta su cui sono costruiti i Passi e le Tradizioni che seguono. È un processo di sgonfiamento dell’Io che mi permette di crescere come individuo gra­zie ai Passi, e come componente attivo di un gruppo per mezzo delle Tradizioni. La piena accettazione della Pri­ma Tradizione mi consente di mettere da parte le ambi­zioni personali, la rabbia e le paure quando contrastano con il bene comune, permettendomi così di lavorare con gli altri per la sopravvivenza di tutti. Senza la Prima Tra­dizione ho poche possibilità di conservare l’unità neces­saria a lavorare efficacemente insieme agli altri, e potrei perdere anche le rimanenti Tradizioni, l’associazione e la mia stessa vita.

  • LIBERTÀ DALLA PAURA

    Quando, con l’aiuto di Dio, abbiamo accettato con tran­quillità la nostra sorte, abbiamo scoperto che potevamo vi­vere in pace con noi stessi e dimostrare ad altri, che ancora soffrivano di quelle stesse paure, che anch’essi potevano superarle. Abbiamo scoperto che la libertà dalla paura è più importante della libertà dal bisogno.

    DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 179

     

    Durante il mio alcolismo attivo, i valori materiali aveva­no controllato la mia vita per molti anni. Credevo che tut­to ciò di cui desideravo entrare in possesso mi avrebbe reso felice, eppure quando l’ottenevo mi sentivo lo stesso un fallito. Non appena sono entrato in A.A. ho scoperto un nuovo modo di vivere. Ho imparato a fidarmi degli al­tri, e di conseguenza ho iniziato a credere in un potere più grande di me stesso. La fede mi ha reso libero dalla schiavitù dell’io. Quando agli interessi materiali si sono sostituiti i doni dello spirito, la mia vita è diventata con­trollabile. Poi, ho deciso di mettere in comune la mia esperienza con altri alcolisti.

  • RECUPERATO DALL’AMORE

    La nostra filosofia dell’ autosufficienza, cui attribuivamo un così alto valore, doveva essere messa da parte. Ciò non era stato ottenuto con il nostro vecchio modo di adoperare la forza dì volontà.  era invece un sistema per sviluppare la disposizione ad accettare queste nuove realtà della vita. Non siamo fuggiti, né abbiamo lottato. Ma abbiamo accettato. E poi siamo divenuti liberi.

    IL LINGUAGGIO DEL CUORE, pag. 346

    Posso essere libero dal vecchio me stesso che mi schiavizzava. Alla fine, ora riconosco e credo nel bene che è in me. Capisco di essere stato condotto al recupero dall’amore del Potere Superiore, che mi avvolge. Il mio Potere Superiore diventa la sorgente di amore e forza che opera un miracolo continuo entro di me. Sono sobrio… e sono grato

  • ACCETTAZIONE

    Abbiamo ammesso che non potevamo sconfiggere l’alcol con i nostri soli mezzi, così accettammo l’ulteriore fatto che la dipendenza da un Potere Superiore (anche soltanto il no­stro gruppo A.A.) avrebbe potuto farlo, cosa fino ad allora impossibile. Nel momento in cui fummo in grado di accetta­re totalmente queste verità, era cominciata la nostra libera­zione dalla compulsione alcolica.

    COME LA VEDE BILL, pag. 109

     

    Per me la libertà è arrivata solo quando ho accettato di af­fidare la mia vita e la mia volontà alle cure del Potere Su­periore, che io chiamo Dio. La serenità si è diffusa nel caos della mia esistenza quando ho capito che quella che portavo avanti era la mia vita, che Dio mi avrebbe aiuta­to nelle difficoltà e fatto anche molto di più. Da allora Egli mi ha aiutato in tutti i momenti difficili! Quando ac­cetto le situazioni così come sono, e non come vorrei che fossero, allora sì che posso cominciare a crescere e a ot­tenere la serenità e la pace dello spirito.

  • IL POTERE SUPERIORE COME GUIDA

    Badate che il vostro rapporto con Lui sia giusto e grandi eventi si produrranno per voi e per innumerevoli altri. Que­sto è il Grande Fatto della nostra esistenza.

    *                    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 164

     

    Mi sembrava impossibile avere un giusto rapporto con Dio. Il mio caotico passato mi aveva lasciato pieno di sensi di colpa e di rimorsi, e mi chiedevo come potesse funzionare questa “faccenda di Dio”. A.A. mi ha detto di affidare la mia vita e volontà alla cura di Dio, come io posso concepirLo. Non avendo altra scelta, mi sono ingi­nocchiato e ho gridato: “Dio, non posso farcela. Ti prego, aiutami!”. È stato quando ho ammesso la mia impotenza che un barlume di luce ha iniziato a raggiungere la mia anima; poi è sorta in me la volontà di lasciare che Dio controllasse la mia vita. Grandi eventi hanno cominciato a verificarsi con Lui come guida, e ho trovato l’inizio della mia sobrietà.

  • L’ULTIMA PROMESSA

    Ci renderemo conto, tutto a un tratto, che Dio fa per noi ciò che noi non riuscivamo a fare da soli.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 83

     

    Per me, l’ultima promessa elei Grande Libro si è realizza­ta proprio nel primo giorno di sobrietà. Dio mi ha mante­nuto sobrio quel giorno e tutti gli altri giorni in cui gli ho permesso di operare nella mia vita. Egli mi dà la forza, il coraggio e i suggerimenti per affrontare le responsabilità della vita, in modo che io possa poi aprirmi agli altri e aiutarli a rimanere sobri e crescere. Egli si manifesta in me, facendomi uno strumento della Sua parola, del Suo pensiero e delle Sue opere. Agisce sul mio io interiore mentre mi impegno nelle attività del mondo esterno: in­fatti, Egli non farà per me ciò che posso fare da solo. De­vo avere la buona volontà di compiere le Sue opere, in modo che Egli possa agire con successo tramite la mia persona.

     

  • UN FILONE INESAURIBILE

    Come per uno sparuto cercatore d’oro ridotto all’ultimo boccone di cibo, il nostro piccone ha trovato l’oro. La gioia della nostra liberazione da tutta una vita di frusti-azioni non conosce limiti. Il padre sente di avere trovato qualcosa di meglio dell’oro. Per un certo tempo può cercare di tenere per sé il nuovo tesoro. Può non accorgersi subito di avere appena scalfito un filone inesauribile, che darà i suoi utili soltanto se egli continuerà a sfruttarlo per il resto della sua vita, regalando al prossimo tutto quanto ha raccolto.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 129

     

    Quando parlo a un nuovo venuto, il mio passato mi guar­da direttamente in faccia. Vedo il dolore in quegli occhi pieni di speranza, tendo la mano e allora accade il mira­colo: io guarisco. I miei problemi svaniscono non appena mi protendo ad accogliere quest’anima tremante.

  • “ERO UN’ECCEZIONE”

    Egli, (Bill W.) mi disse, con gentilezza e semplicità: “Pensi di essere una di noi”?

    ALCOHOLICS ANONYMOUS (3rd edition), pag. 413

     

    Nella corso della mia vita di bevute ero convinta di rap­presentare un’eccezione. Pensavo di essere al di sopra di ogni meschino dovere e di avere il diritto di esserne scu­sata. Non mi accorgevo che l’oscuro rovescio della me­daglia del mio atteggiamento era una costante sensazione di non “appartenenza”. In un primo momento, in A.A., mi identificavo con gli altri soltanto come alcolista. Che splendido risveglio è stato per me rendermi conto che, se gli altri esseri umani stavano facendo del proprio meglio, potevo farlo anch’io! Tutti i dolori, le gioie e la confusio­ne che provano loro non sono eccezionali, ma fanno par­te anche della mia vita, proprio come di quella di chiun­que altro.

     

     

     

     

     

     

     

    ♦Citazione tratta da una storia contenuta nella sezione l nostri pio­nieri, della III edizione americana del Grande Libro, (n.d.t.)

  • ESSERE VIGILI

    Abbiamo visto dimostrata, ancora una volta, questa verità: “alcolista una volta, alcolista per sempre”. Riprendendo a bere dopo un periodo di astinenza, in poco tempo stiamo peggio di prima. Se abbiamo veramente l’intenzione di finir­la con l’alcol, non dobbiamo avere riserve di nessun genere; dobbiamo respingere ogni recondita idea che finalmente un bel giorno saremo immuni dall’alcol.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 32

     

    Oggi sono un alcolista, e domani non sarà diverso. Il mio alcolismo vive dentro di me, ora e sempre. Non devo mai dimenticare cosa sono. Di sicuro l’alcol mi ucciderà, se non riesco a individuare e riconoscere la mia malattia quotidianamente. Non sto giocando una partita in cui la sconfitta è uno scacco temporaneo. Ho a che fare con una malattia per cui non esiste nessuna cura definitiva, ma solo accettazione ed essere vigili ogni giorno.

  • PRIMA LE COSE PIÙ IMPORTANTI

    Alcuni di noi hanno preso gravissime batoste prima d’impa­rare queste verità. Lavoro o non lavoro, moglie o non mo­glie, il fatto è che non smettiamo di bere finché dipendiamo da altre persone invece di dipendere da Dio.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 98

     

    Prima di entrare in A.A. trovavo sempre scuse per bere: “Lei ha detto…”, “Lui ha detto…”, “Sono stato licenzia­to ieri”, “Oggi ho trovato un lavoro stupendo”. Nessun settore della vita andrebbe bene se tornassi a bere. Da so­brio la vita migliora giorno dopo giorno. Devo sempre ri­cordarmi di non bere, di avere fiducia in Dio e di essere attivo in A.A. Oggi, sto mettendo al primo posto la mia sobrietà, Dio, e Alcolisti Anonimi?

  • I FIGLI

    L’alcolista può trovare difficoltà nel ristabilire relazioni amichevoli con i propri figli…. Con il tempo si renderanno conto che egli è un uomo nuovo e a modo loro glielo faranno capire. … Da questo momento il progresso sarà rapido. Ri­sultati meravigliosi seguono spesso questi riavvicinamenti.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 135

     

    Sulla strada del recupero ho ricevuto un regalo che sareb­be impossibile comprare. Era una cartolina di mio figlio, dall’università, che diceva: “Papà, non puoi immaginare quanto sia felice che vada tutto per il meglio. Buon com­pleanno, ti voglio bene”. Già prima avevo sentito mio fi­glio dirmi che mi voleva bene. Era stato durante le va­canze di Natale, quando mi aveva detto piangendo: “Pa­pà, ti voglio bene! Non vedi quello che ti stai facendo?”. No, non lo vedevo! Soffocato dall’emozione avevo pian­to; invece questa volta, quando ho ricevuto la cartolina di mio figlio, le mie erano lacrime di gioia, non di dispera­zione.

  • SENZA RISERVE

    Quando trabocca di gratitudine, il pulsare del cuore di ognu­no deve sicuramente risolversi in amore verso gli altri, …

    COME LA VEDE BILL, pag. 37

     

    Mentre faccio servizio per gli altri, e qualche successo mi porta a considerarmi eccezionale, devo riflettere su cosa mi ha portato fino a questo punto. Ciò che ci è stato dato con gioia, con amore, deve essere trasmesso senza riser­ve e senza aspettative. Con il crescere capisco che, indi­pendentemente da quanto amore io dia, ricevo molto di più in doni spirituali.

  • AMORE SENZA RISERVE

    L’esperienza di tutti i giorni dimostra che nulla è più ef­ficace a garantire la nostra astinenza dal bere quanto un intenso lavoro con altri alcolisti.

    ALCOLISTI ANONIMI, pag. 89

     

    La sponsorizzazione mi ha riservato due sorprese. La pri­ma è stata che i miei sponsor si interessavano a me. Quel­lo che pensavo fosse gratitudine era invece più simile al­l’amore. Volevano che io fossi felice, che crescessi e re­stassi sobrio. Sapere ciò che provavano mi ha evitato più di una volta di ricadere nel bere. La seconda è stata lo scoprire che ero in grado di amare una persona responsa­bilmente, con un interesse rispettoso e genuino per la sua crescita. Prima d’allora credevo che la mia capacità di prendermi cura del benessere di un’altra persona si fosse atrofizzata, dal momento che non l’avevo esercitata da troppo tempo. La consapevolezza di poter amare senza esagerazione o ansietà è uno dei doni più grandi che il Programma mi abbia fatto. La gratitudine per quel dono mi ha mantenuto sobrio molte volte.

  • ESATTAMENTE UGUALI

    Il frequente incontro con ì nuovi venuti e tra di noi è l’a­spetto gioioso della nostra vita.

    ,   ALCOLISTI ANONIMI, pag. 89

     

    Un uomo è arrivato ubriaco a una riunione, ha interrotto chi stava parlando, si è alzato in piedi e tolto la camicia, ha reclamato un caffè barcollando rumorosamente avanti e indietro, ha chiesto la parola e alla fine ha chiamato la segretaria del gruppo con un nome irripetibile per poi an­darsene via. Ero contento che fosse arrivato: ancora una volta ho visto com’ero io una volta. Ho però anche visto come sono ancora e come potrei essere. Non devo ubria­carmi per desiderare di essere un’eccezione e al centro dell’attenzione. Spesso mi sono sentito maltrattato, e ho risposto altrettanto male, solo perché mi stavano trattan­do né più né meno che come uno tra i tanti esseri umani. Più quell’uomo insisteva sul fatto di essere diverso, più capivo che noi due eravamo esattamente uguali.

  • IL CERCHIO E IL TRIANGOLO

    Il cerchio significa l’intero mondo di A.A., e il triangolo rappresenta i Tre Legati di A.A.: Recupero, Unità e Servizio. All’interno del nostro nuovo meraviglioso mondo noi abbia­mo trovato la libertà dalla nostra fatale ossessione.

    A.A. DIVENTA ADULTA, pag. 175

     

    Mi sono impegnato nel servizio sin dall’inizio della mia vita in A.A. e ho trovato che la spiegazione del simbolo della nostra associazione era molto appropriata. Per pri­ma cosa un cerchio di amore e servizio con all’interno un triangolo ben bilanciato, la cui base rappresenta il nostro Recupero attraverso i Dodici Passi. Gli altri due lati rap­presentano rispettivamente l’Unità e il Servizio. I tre lati del triangolo sono uguali. Man mano che crescevo in A.A., mi sono presto identificato in questo simbolo. Io sono il cerchio, e i lati del triangolo rappresentano tre aspetti della mia personalità: la salute fisica, l’equilibrio emotivo e la spiritualità, con quest’ultima alla base del simbolo. Presi insieme, tutti e tre gli aspetti della mia personalità si traducono in una vita sobria e felice.