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NON POSSO CAMBIARE IL VENTO
E facile trascurare il programma spirituale d’azione e cullarci sugli allori. Andremo incontro a guai, in questo caso, perché l’alcol è un nemico sottile.
ALCOLISTI ANONIMI, pag. 84
Il mio primo sponsor mi ha detto due cose importanti a proposito di preghiera e meditazione: primo, che dovevo cominciare; e secondo, che dovevo continuare. Quando sono entrato in A.A. la mia vita spirituale era un fallimento; se mai pensavo a Dio, era per chiamarLo in aiuto solo quando la mia caparbietà non bastava a risolvere un problema o quando schiaccianti paure avevano sbriciolato il mio Io.
Oggi sono grato per una vita nuova, nella quale le mie preghiere sono di gratitudine. La mia ora di preghiera è più per ascoltare che per parlare. Oggi so che se non posso cambiare il vento, posso però aggiustare la rotta. Conosco la differenza fra superstizione e spiritualità. So che c’è una maniera garbata d’aver ragione e molti modi per essere in torto
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TENERE A GALLA L’OTTIMISMO
Gli altri Passi possono mantenere la maggior parte di noi sobri e, in qualche modo, in grado di tirare avanti. Ma l’Undicesimo Passo può farci continuare a crescere…
IL LINGUAGGIO DEL CUORE, pag. 306
Per un alcolista sobrio è molto più facile essere ottimista. L’ottimismo è la conseguenza naturale del fatto che mi sento gradualmente in grado di trarre da ogni situazione il meglio, anziché il peggio. Con il proseguire nella sobrietà fisica esco dalla nebbia, raggiungo una prospettiva più chiara e sono meglio in grado di capire quale strada seguire. Per quanto sia vitale la sobrietà fisica, posso acquisire risultati ancora migliori sviluppando una sempre crescente buona volontà di avvalermi della guida e della direzione di un Potere Superiore. Ciò mi sarà possibile se imparo, e metto in pratica, i princìpi del Programma di A.A. La fusione di sobrietà fisica e spirituale è l’essenza di una vita più positiva.
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CONCENTRARSI E ASCOLTARE
Esiste un legame diretto tra esame di coscienza, meditazione e preghiera. Prese separatamente queste pratiche possono apportare molto sollievo e beneficio,…
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 142
Se prima mi faccio un esame di coscienza, dopo avrò di sicuro abbastanza umiltà da pregare e meditare — perché ne capirò e sentirò il bisogno. Alcuni preferiscono cominciare e finire con una preghiera, lasciando che l’esame di se stessi e la meditazione avvengano fra le due, mentre altri iniziano con la meditazione, prestando ascolto al consiglio di Dio sui loro difetti ancora nascosti o non riconosciuti. Altri ancora intraprendono il lavoro sui propri difetti per iscritto oppure oralmente, concludendo con una preghiera di lode e ringraziamento. L’esame di coscienza, la meditazione e la preghiera formano un cerchio, senza inizio o fine. Non importa dove o come comincio; col tempo arrivo sempre alla mia destinazione: una vita migliore.
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DISCIPLINA GIORNALIERA
…ma quando vengono messe logicamente in relazione e integrate, il risultato è una incrollabile base per la vita.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 142
Gli ultimi tre Passi del Programma fanno appello all’amorevole disciplina di Dio per vincere la mia natura ostinata. Se ogni sera dedico anche solo qualche istante all’esame dei momenti salienti della giornata, insieme al riconoscimento degli aspetti che non mi sono piaciuti troppo, ottengo la mia storia personale, che mi serve per scoprire me stesso. Mi metto nelle condizioni di notare la mia crescita o meno, e di chiedere in devota meditazione di essere liberato da quei persistenti difetti che mi arrecano dolore. Meditazione e preghiera mi insegnano anche l’arte di concentrarmi e ascoltare. Scopro che i tumulti della giornata si placano quando invoco la Sua volontà e guida. L’esercizio di chiederGli di aiutarmi nel mio tendere alla perfezione dà una nuova prospettiva alla monotonia di ogni giorno, perché so che c’è dignità in un lavoro ben fatto, qualunque esso sia. La disciplina quotidiana della preghiera e della meditazione mi terrà in buone condizioni spirituali, capace di affrontare qualunque cosa la giornata mi porti – senza pensare a bere.
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LA QUALITÀ DELLA FEDE
Questa soluzione ha a che fare con la qualità della fede più che con la sua quantità…. Non avevamo mai fatto alcun inventario veramente profondo e significativo di noi stessi… Non avevamo neppure pregato nel modo giusto. Avevamo sempre detto: ‘Esaudisci i miei desideri’, invece di dire: ‘Sia fatta la Tua volontà.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 41, 42
Dio non mi garantisce il benessere materiale, non elimina le mie sofferenze né mi risparmia dalle disgrazie, ma mi concede una vita bella, la capacità di affrontare la realtà e la pace dello spirito. Le mie preghiere sono semplici: per prima cosa esprimono gratitudine per le cose buone della vita, non importa quanto duramente io debba ricercarle; in secondo luogo, chiedo solo la forza e la saggezza di fare la Sua volontà. Egli risponde dando soluzioni ai miei problemi, rafforzando la mia capacità di vivere anche le frustrazioni quotidiane con una serenità che non pensavo esistesse, e con la forza di mettere in pratica i principi di A.A. in tutte le mie attività quotidiane.
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SEGUIRE LA CORRENTE
Abbiamo cercato attraverso la preghiera e la meditazione di migliorare il nostro contatto cosciente con Dio, come noi potemmo concepirLo …
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 139
Le prime parole che dico la mattina quando mi alzo sono: “Dio, mi sveglio per fare la Tua volontà”. Questa è la preghiera più corta che conosca ed è profondamente radicata in me. La preghiera non cambia l’atteggiamento di Dio verso di me, cambia il mio nei Suoi confronti. Quanto alla meditazione, essa è distinta dalla preghiera: è un momento di calma e silenzio. Concentrarsi significa essere fisicamente rilassati, emotivamente calmi, mentalmente attivi e spiritualmente consapevoli.
Un modo per tenere aperta la comunicazione con Dio e migliorare il mio contatto cosciente con Lui è mantenere un atteggiamento di gratitudine. Nei giorni in cui sono più grato sembrano accadermi cose belle. Nel momento in cui comincio a maledire qualcosa della vita, invece, il flusso positivo si interrompe. Non è Dio ad averlo interrotto: è stata la mia negatività.
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LASCIA ANDARE E LASCIA FARE A DIO
… pregandoLo solo di farci conoscere la Sua volontà nei nostri riguardi e di darci la forza di eseguirla.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 139
Quando “Lascio andare e lascio fare a Dio”, penso in modo più chiaro e saggio. Senza stare a rimuginarci su, lascio perdere subito le cose che mi causano dolore e disagio immediato. Dato che trovo difficile lasciar correre i pensieri e gli atteggiamenti di preoccupazione che mi causano immensa angoscia, tutto ciò che mi serve in queste occasioni è permettere a Dio, come io posso concepirLo, di liberarmene. Così, lascio perdere i pensieri, i ricordi e gli atteggiamenti che mi turbano.
Quando ricevo l’aiuto di Dio, come io posso concepirLo, riesco a vivere la mia vita un giorno alla volta e ad affrontare tutte le difficoltà che mi si parano davanti. Solo allora posso vivere una vita in cui l’alcol è vinto, in tranquilla sobrietà.
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UN’AVVENTURA INDIVIDUALE
La meditazione è un qualcosa che si può sempre sviluppare ulteriormente: non ha limiti, né in ampiezza né in altezza. Benché sostenuta da ogni insegnamento ed esempio che riusciamo a trovare, la meditazione resta però essenzialmente un’avventura individuale, qualcosa che ciascuno di noi elabora in modo personale.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 147
La mia crescita spirituale è con Dio, come io posso concepirLo. Con Lui trovo il vero me stesso. La meditazione e la preghiera quotidiana rafforzano e rinnovano la mia sorgente di benessere. Ricevo inoltre l’apertura mentale necessaria ad accettare tutto quanto Egli ha da offrire. Con Dio ho l’assicurazione che il mio viaggio sarà proprio come Lui vuole che sia per me, e per questo sono grato della Sua presenza nella mia vita.
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VERSO LA LUCE DEL SOLE
Ma più di ogni altra cosa desidereremo la luce del sole, perché quasi nulla può crescere nell’oscurità. La meditazione è il nostro incamminarci dritti verso il sole.
COME LA VEDE BILL, pag. 10
A volte penso di non aver tempo per pregare e meditare, dimenticando che il tempo per bere l’ho sempre trovato. È possibile trovare tempo per qualsiasi cosa, se la si vuole abbastanza intensamente. Cominciando a coltivare l’abitudine alla preghiera e alla meditazione, una buona idea è programmare di dedicare un piccolo lasso di tempo a queste attività. La mattina leggo una pagina di un libro A.A. e la sera, prima di coricarmi, dico: “Grazie, Signore”. Quando la preghiera diventa un’abitudine, senza nemmeno accorgermene aumenterò il tempo da dedicarle nelle mie indaffaratissime giornate. Se ho difficoltà a pregare mi limito a ripetere il Padre Nostro, perché copre davvero tutto. Poi penso alle cose di cui posso essere grato e pronuncio qualche parola di ringraziamento.
Non ho bisogno di chiudermi in una stanzetta per pregare. Si può fare persino in una sala piena di gente. Mi devo astrarre mentalmente solo per un istante. Col proseguire nell’esercizio della preghiera scoprirò di non aver più bisogno neanche di parole, perché Dio può sentire i miei pensieri anche attraverso il silenzio. -
UN SENSO DI APPARTENENZA
Una delle più grandi ricompense della meditazione e della preghiera è forse il senso di appartenenza che ce ne deriva.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 153
Ecco che cos’è, l’appartenenza! Dopo una pausa di meditazione e di preghiera, ho capito che la sensazione che provavo era un senso di appartenenza, per quel motivo ero così rilassato. Mi sentivo più calmo interiormente e più disponibile a liberarmi delle piccole irritazioni. Riuscivo ad apprezzare il mio senso dell’umorismo. Ciò che sperimento nella vita di tutti i giorni è il puro piacere di appartenere al flusso creativo del mondo di Dio. Che buona cosa per noi che la preghiera e la meditazione siano inserite esplicitamente nello stile di vita A. A. !
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ACCETTARE SE STESSI
Sappiamo che Dio veglia amorevolmente su di noi. Sappiamo che quando ci rivolgiamo a Lui ci andrà tutto bene, ora e sempre.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 153
Prego di ricordarmi sempre che sono un figlio di Dio, un’anima divina in forma umana, e che il mio compito più importante e urgente nella vita è accettare, conoscere, amare ed educare me stesso. Accettando me stesso, accetto la volontà di Dio. Conoscendo e amando me stesso, amo e conosco Dio. Educando me stesso agisco secondo la guida di Dio.
Prego per avere la buona volontà di mettere da parte la mia arrogante autocritica e rendere lode a Dio, accettandomi con umiltà e avendo cura di me stesso.
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PENSIERI MATTUTINI
ChiedeteGli nella vostra meditazione mattutina che cosa voi potete fare ogni giorno per l’uomo che è ancora malato.
* ALCOLISTI ANONIMI, pag. 163
Per molti anni ho riflettuto sulla volontà di Dio nei miei confronti, credendo di essere designato a un grande destino. Dopo tutto, non appartenevo forse sin dalla nascita a una particolare religione che mi diceva che ero “un eletto”? Finalmente, riflettendo sul brano qui sopra, mi è venuto in mente che la volontà di Dio per me era semplicemente che mettessi quotidianamente in pratica il Dodicesimo Passo. Ho capito inoltre che avrei dovuto farlo al meglio delle mie capacità. Ho presto imparato che questa attività mi aiuta a vivere al meglio la vita di ogni giorno.
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GUARDARE VERSO GLI ALTRI
In particolare chiediamo di non essere schiavi del nostro egoismo e staremo attenti a non domandare niente a nostro solo vantaggio. Possiamo anche chiedere qualcosa per noi, purché altri ne traggano beneficio. Facciamo ben attenzione che la nostra preghiera non sia formulata per ottenere la realizzazione dei nostri desideri egoistici.
ALCOLISTI ANONIMI, pag. 86
Da alcolista attivo, lasciavo che l’egoismo pervadesse tutta la mia vita. Ero così legato al bere e ad altre abitudini egoistiche che la gente e i princìpi morali venivano in second’ordine. Ora, quando prego per il bene degli altri invece che per esaudire i miei “desideri egoistici”, mi esercito nell’ imparare ad abbandonare l’eccessivo attaccamento per me stesso, occupandomi degli amici e preparandomi al giorno in cui dovrò lasciare ogni bene terreno.
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INTUIZIONE E ISPIRAZIONE
Noi domandiamo allora a Dio che ci ispiri, che ci faccia decidere, un’intuizione. Siamo distesi, prendiamo le cose con calma. Non combattiamo.
ALCOLISTI ANONIMI, pag. 86
Investo il mio tempo in ciò che amo davvero. L’Undicesimo Passo è un allenamento mentale che permette a me e al mio Potere Superiore di stare insieme, e mi ricorda che con l’aiuto di Dio sono possibili intuizione e ispirazione. Mettere in pratica questo Passo mi porta ad amare me stesso. Nello sforzo costante di migliorare il mio contatto cosciente con un Potere Superiore, tengo a mente il mio rovinoso passato, con le sue idee di grandezza e il suo falso senso di onnipotenza. Quando chiedo la forza di fare ciò che Dio vuole per me, divento conscio della mia impotenza. La consapevolezza che l’umiltà e un sano amore per se stessi sono compatibili, è un diretto risultato del lavorare sull’Undicesimo Passo.
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NUTRIMENTO VITALE
Quelli di noi che sono giunti a fare un uso costante della preghiera non riescono più a farne a meno, come non possono privarsi dell’aria, del cibo e della luce del sole: e per la stessa ragione. Il corpo soffre quando noi ci neghiamo l’aria, la luce o il cibo, e quando rifuggiamo dalla meditazione e dalla preghiera priviamo nello stesso modo il nostro spirito, le nostre emozioni e le nostre intuizioni del sostegno di cui hanno un vitale bisogno.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 141
L’Undicesimo Passo non mi deve opprimere. Il contatto cosciente con Dio può essere semplice e insieme intenso come quello con un altro essere umano. Posso sorridere. Posso ascoltare. Posso perdonare. Ogni incontro con l’altro è un’occasione di preghiera, in cui riconoscere la presenza di Dio in me.
Oggi posso avvicinarmi ancora un po’ al mio Potere Superiore. Più scelgo di cercare la bellezza della Sua opera nel mio prossimo, più diverrò certo della Sua Presenza.
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UNA TREGUA QUOTIDIANA
Ciò che noi possediamo veramente è una tregua quotidiana e contingente che dipende dal nostro modo di mantenerci spiritualmente in forma.
ALCOLISTI ANONIMI, pag. 84
Mantenermi spiritualmente in forma è come allenarmi ogni giorno per una maratona, una gara di nuoto o il jogging. Si tratta di stare in buona forma spiritualmente, il che richiede preghiera e meditazione. L’unico modo per migliorare il mio contatto cosciente con Dio è pregare e meditare. Sono tanto impotente nei confronti dell’alcol quanto lo sarei nel far indietreggiare le onde del mare; nessuna forza umana aveva la forza di sconfiggere il mio alcolismo. Ora sono in grado di respirare un’atmosfera di gioia, felicità e saggezza. Ho la forza di amare e di reagire agli eventi intorno a me con gli occhi della fede puntati verso ciò che lì per lì non è visibile. La mia tregua quotidiana significa che, indipendentemente da quanto difficili o dolorose sembrino oggi le cose, posso contare sulla forza del Programma per rimanere libero dalla mia infida, sconcertante e potente malattia.
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VINCERE LA SOLITUDINE
Quasi senza eccezione, gli alcolisti sono tormentati dalla solitudine. Anche prima che il nostro alcolismo peggiorasse e la gente cominciasse a rompere i rapporti con noi, quasi tutti abbiamo sofferto della sensazione di non appartenere a niente e a nessuno.
COME LA VEDE BILL, pag. 90
Il senso di vuoto e di agonia che spesso sentivo dentro, oggi mi assale sempre meno di frequente. Ho imparato a tener testa alla solitudine. Soltanto quando sono solo e calmo sono in grado di comunicare con Dio, perché se sono agitato Lui non riesce a raggiungermi. È bene mantenere questo contatto attraverso la preghiera e la meditazione in ogni momento, ma diventa assolutamente essenziale farlo quando tutto sembra andare storto.
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UNA RETE DI SICUREZZA
Talvolta … veniamo presi da un senso di ribellione così ripugnante che semplicemente non vogliamo pregare. Quando ci capitano queste cose, non dovremmo pensare troppo male di noi stessi. Dovremmo semplicemente riprendere a pregare non appena ci riusciamo, facendo ciò che sappiamo essere un bene per noi.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 152
A volte grido, pesto i piedi e volto le spalle al mio Potere Superiore. Allora la mia malattia mi dice che sono un fallimento e che mi ubriacherò di sicuro se rimango arrabbiato. In questi momenti di ostinazione è come se fossi scivolato da una rupe e mi stessi tenendo aggrappato con una mano sola. Il brano riportato sopra rappresenta la mia rete di sicurezza, in quanto mi spinge a cercare di assumere nuovi comportamenti, come essere gentile e paziente con me stesso, per esempio. Mi rassicura che il mio Potere Superiore aspetterà fino a quando sarò disposto ancora una volta a rischiare di lasciare la presa, finire nella rete, e pregare.
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STAVO PEGGIORANDO IN FRETTA
Noi di A.A. siamo gente attiva, che gusta la soddisfazione di affrontare la realtà della vita… Non deve quindi sorprendere se spesso abbiamo la tendenza a trascurare una seria meditazione e la preghiera, ritenendole qualcosa di non veramente necessario.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 139
Avevo trascurato il Programma per qualche tempo, e c’è voluta la minaccia di una malattia mortale per riportarmi a metterlo in pratica, in particolare l’Undicesimo Passo della nostra benedetta A.A. Benché avessi quindici anni di sobrietà e fossi ancora molto attivo nel Programma, sapevo che la qualità della mia sobrietà stava peggiorando. Diciotto mesi più tardi, un controllo medico mi rivelò un tumore maligno con prognosi di morte certa entro sei mesi. Sono giunto alla disperazione quando, dopo avere intrapreso un programma di riabilitazione, ho avuto due piccoli ictus che hanno rivelato due estesi tumori al cervello. Mentre toccavo nuovi fondi, mi chiedevo perché tutto ciò stesse accadendo proprio a me. Dio mi ha permesso di riconoscere la mia disonestà e di divenire ancora una volta disposto a imparare. Sono accaduti miracoli. Ma prima di tutto ho imparato da capo l’intero significato dell’Undicesimo Passo. La mia condizione fisica è migliorata enormemente, ma la malattia è nulla in confronto a quello che avevo perduto quasi del tutto.
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LA TUA VOLONTÀ, NON LA MIA
… quando facciamo delle richieste ben precise, sarà bene aggiungere a ciascuna questa riserva: “… se questa è la Tua volontà”.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 148
Chiedo semplicemente che Dio, per l’intera giornata, mi faccia capire al meglio la Sua volontà e mi dia la grazia necessaria per compierla, per oggi. Quando sono alle prese con situazioni da affrontare e decisioni da prendere, durante il giorno posso fermarmi e rinnovare la semplice richiesta: “Sia fatta la Tua volontà, non la mia”.
Devo sempre tenere a mente che in ogni circostanza sono io responsabile dello sforzo e Dio del risultato. Posso “lasciar andare e lasciar fare a Dio”, ripetendo umilmente: “Sia fatta la Tua volontà, non la mia”. La pazienza e la costanza nel cercare ciò che Lui vuole per me mi libererà dalle pene dovute ad aspettative egoistiche.
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UNA PREGHIERA CLASSICA
“Signore, fa’ di me uno strumento della Tua pace — dov’è odio, fa ch’io porti l’amore – dov’è offesa, che io porti il perdono — dov‘è discordia, ch’ io porti l’armonia – dov’ è errore, ch’io porti la verità — dov’è dubbio, ch’io porti la fede — dov’è disperazione, ch’io porti la speranza – dove sono le tenebre, ch’io porti la luce – dov’è tristezza, ch’io porti la gioia. Signore, fa’ ch’io non cerchi di essere consolato quanto di consolare – di essere compreso quanto di comprendere – di essere amato quanto di amare. Perché è dando che si riceve. E’ perdonando che si è perdonati. E’ morendo che si resuscita a vita eterna. Amen. “
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 144
Non importa a che punto della mia crescita spirituale mi trovi, la preghiera di S. Francesco mi aiuta comunque a migliorare il mio contatto cosciente con Dio, come io posso concepirLo. Penso che uno dei vantaggi più grandi della mia fede in Dio sia che non comprendo chi sia quel Qualcuno, o Qualcuna, o Qualcosa. Forse il mio rapporto con il Potere Superiore è così proficuo che non ho bisogno di capire. Tutto ciò di cui sono certo è che se lavoro all’Undicesimo Passo con costanza e al meglio delle mie possibilità, il mio contatto cosciente con Lui continuerà a migliorare, conoscerò la Sua volontà e avrò la forza di eseguirla.
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SOLO DUE PECCATI
… esistono solo due peccati: il primo è quello di ostacolare la crescita di un altro essere umano, e il secondo è quello di ostacolare la propria.
ALCOHOLICS ANONYMOUS, pag. 542
La felicità è una condizione così sfuggente! Quanto spesso le mie “preghiere” per il prossimo racchiudono in sé preghiere “nascoste” a mio esclusivo vantaggio? Quanto spesso la mia ricerca della felicità è un macigno sulla via della crescita di un’altra persona, o persino di me stesso? Cercare di crescere per mezzo dell’umiltà e dell’accettazione porta a cose belle, sane e importanti. Guardandomi indietro vedo che tutto il dolore, le lotte e le ricadute hanno infine contribuito alla serenità attraverso la crescita nel Programma.
Chiedo al mio Potere Superiore di aiutarmi oggi a non causare ritardi alla crescita degli altri – e alla mia.
*Citazione tratta da una storia contenuta nella sezione Hanno perso quasi tutto della HI edizione americana del Grande Libro.(n.d.t)
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“ALZA IL TUO VISO VERSO LA LUCE”
Credi più profondam,ente. Alza il tuo viso verso la luce, anche se in questo momento non la vedi.
COME LA VEDE BILL, pag. 3
Una domenica di ottóbre, durante la meditazione mattutina, ho dato uno sguardo fuori dalla finestra al frassino nel cortile. Tutto d’un tratto sono rimasto sopraffatto dal fascino del suo splendido colore dorato! Mentre guardavo con meraviglia quell’opera d’arte di Dio le foglie hanno iniziato a cadere, e nel giro di pochi minuti i rami sono rimasti spogli. Sono sprofondato nella tristezza al pensiero dei mesi invernali davanti a me, ma proprio mentre stavo pensando al ripetersi annuale dell’autunno, mi è arrivato il messaggio di Dio. Come gli alberi spogliati delle proprie foglie nella stagione autunnale fanno spuntare nuovi germogli in primavera, così io ero stato spogliato da Dio delle mie abitudini egoiste e compulsive, per germogliare infine in un A.A. sobrio e felice. Rendo grazie a Dio per l’avvicendarsi delle stagioni e per la mia vita in continuo cambiamento.
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UNA RICERCA UNIVERSALE
Rendetevi rapidamente conto in che cosa la gente dì chiesa abbia ragione. Servitevi pure di ciò che vi offrono.
ALCOLISTI ANONIMI, pag. 87
Non pretendo di avere tutte le risposte in materia di spiritualità, e neanche tutte quelle relative all’alcolismo. Molti sono impegnati in una ricerca spirituale. Ho tutto da guadagnare se mantengo una mente aperta su ciò che anche altri hanno da dire. La mia sobrietà ne è enormemente arricchita, e mettere in pratica l’Undicesimo Passo dà più frutti, quando mi servo della letteratura e delle pratiche della mia tradizione religiosa giudaico-cristiana, come delle risorse di altre religioni. Traggo dunque sostegno da molte fonti per stare alla larga dal primo bicchiere.
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UNA TRADIZIONE FORMIDABILE
Negli anni che precedettero la pubblicazione del libro Alcolisti. Anonimi, non avevamo alcun nome…. Con una ristretta maggioranza, il verdetto fu di intitolare il libro La Via d’uscita… Uno dei nostri primi membri “Solitari” … trovò esattamente dodici libri già intitolati La Via d’uscita— Così Alcolisti Anonimi ebbe la preferenza. Ecco come ci siamo procurati un nome per il nostro libro dì esperienze, un nome per il nostro movimento e, come cominciamo a capire adesso, una Tradizione di grandissimo valore spirituale.
IL LINGUAGGIO DEL CUORE, pag. 15, 16
A partire dall’importantissima decisione di Bill ad Akron di fare una telefonata, invece che una visita al bar dell’albergo, quanto spesso nei momenti cruciali della nostra storia si è fatto sentire un Potere Superiore! L’importanza che il princìpio dell’anonimato avrebbe assunto era in quei primi anni appena percepita, se non addirittura ignorata. Sembra esserci stato un elemento di casualità persino nella scelta del nome da dare alla nostra associazione. L’anonimato per Dio non è cosa inconsueta, e spesso appare nelle vicende umane sotto forma di fortuna, caso o “coincidenze”. Se in un certo qual modo l’anonimato è diventato per caso la base di tutte le nostre Tradizioni, forse era Dio che stava agendo anonimamente in nostro favore.
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I RISCHI DELLA PUBBLICITÀ
… persone che simboleggino cause e idee soddisfano un profondo bisogno umano. Noi di A.A. non lo mettiamo in dubbio. Ma dobbiamo avere il buon senso di ammettere che stare sotto gli occhi dì tutti è rischioso, soprattutto nel nostro caso.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 262
Come alcolista recuperato devo fare uno sforzo per mettere in pratica i princìpi del Programma di A.A., che si fondano sull’onestà, sulla verità e sull’umiltà. Quando bevevo, cercavo sempre di stare sotto la luce dei riflettori. Ora che sono consapevole dei miei sbagli e della mia antica mancanza di integrità, non sarebbe onesto ricercare il prestigio, anche al giustificabile fine di diffondere il messaggio di recupero A.A. Non vale molto di più la pubblicità che A.A. fa a se stessa con i propri miracoli? Lasciamo che sia la gente che ci sta intorno ad apprezzare i cambiamenti che A.A. ha apportato in noi, perché questa raccomandazione sarà per la nostra associazione certamente migliore di qualsiasi altra che possa fare io.
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I PERICOLI DELLE LUCI DELLA RIBALTA
All’inizio la stampa non riusciva a capire il nostro rifiuto di ogni pubblicità personale. Era realmente sconcertata della nostra insistenza sull’anonimato. Poi ne comprese il motivo. Si trovavano di fronte a qualcosa di molto raro al mondo: un’associazione che affermava di voler pubblicizzare i propri principi e il proprio lavoro, ma non i suoi singoli aderenti. La stampa rimase incantata da questo atteggiamento, e da allora questi amici hanno parlato di noi con un entusiasmo che i più ferventi A.A. troverebbero difficile eguagliare.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 263
Per la mia sopravvivenza e per quella di tutta l’associazione è essenziale che io non usi A.A. per mettermi sotto i riflettori. L’anonimato è un modo per lavorare sulla mia umiltà. Dato che l’orgoglio è uno dei miei difetti più pericolosi, esercitarmi a essere umile è una delle maniere migliori per sconfiggerlo. A.A. riceve riconoscimenti in tutto il mondo per i metodi che usa per far conoscere i suoi principi e il suo lavoro, e non per l’azione di singoli alcolisti anonimi che fanno pubblicità a se stessi. L’attrazione suscitata dai miei nuovi atteggiamenti e dal mio altruismo contribuisce al benessere di A.A. assai più della propaganda personale.
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ATTRAZIONE, NON PROPAGANDA
… attraverso molte sofferte. esperienze crediamo dì essere arrivati a quella che dovrebbe essere questa politica. È sotto molti aspetti il contrario delle consuete tecniche pubblicitarie: abbiamo scoperto che dovevamo fare assegnamento sul principio dell’ attrazione, piuttosto che sulla propaganda.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 262
Quando ancora bevevo, reagivo con rabbia, autocommiserazione e disprezzo con chiunque cercasse di cambiarmi. Tutto ciò che volevo allora era essere accettato da un altro essere umano solo per quello che ero e, cosa strana, questo è proprio quello che ho trovato in A.A. Sono diventato depositario di questo concetto di attrazione, che è il princìpio delle relazioni pubbliche della nostra associazione. È per mezzo dell’attrazione che posso raggiungere al meglio l’alcolista che ancora soffre.
Ringrazio Dio di avermi dato l’attrazione di. un Programma ben strutturato e affermato, quello dei Passi e delle Tradizioni. Grazie all’umiltà e all’impegno degli amici sobri, sono stato capace di mettere in pratica lo stile di vita A.A. per mezzo dell’attrazione, e non della propaganda.
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“GUARDIANI ATTIVI”
Tuttavia, per noi, rappresenta molto più che una valida politica di relazioni pubbliche. E più che un rifiuto dell’egoismo. Questa Tradizione è un costante e pratico promemoria per ricordarci che l’ambizione personale in A.A. non ha spazio. Grazie a essa, ognuno diventa un guardiano attivo della nostra associazione.
DODICI PASSI E DODICI TRADIZIONI, pag. 265
Il concetto base dell’umiltà è espresso nell’Undicesima Tradizione: mi permette di partecipare al Programma in maniera tanto semplice quanto profonda; soddisfa la mia necessità di essere parte integrante di un tutto importante. L’umiltà mi porta più vicino a un effettivo spirito di gruppo e di unità, senza il quale non potrei rimanere sobrio. Ricordandomi che ogni A.A. è un esempio di sobrietà, e che tutti vivono l’Undicesima Tradizione, posso fare un’esperienza di libertà proprio perché ognuno di noi è anonimo
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PROTEZIONE PER TUTTI
A livello personale l’anonimato fornisce protezione a tutti gli AA., permettendo loro di non essere riconosciuti come alcolisti; questa garanzia è spesso di particolare importanza per ì nuovi venuti. A livello di stampa, radio, televisione e filmati l’anonimato mette in risalto che in A A. tutti gli alcolisti anonimi sono uguali, impedendo che qualcuno possa approfittare altrimenti della propria appartenenza all’associazione per ottenere riconoscimenti, potere o vantaggi personali.
COMPRENDERE L’ANONIMATO, pag. 3
L’attrazione è la forza principale di A.A. Ogni giorno, il miracolo della continua sobrietà degli alcolisti nell’associazione lo conferma. Sarebbe molto negativo se Alcolisti Anonimi si facesse pubblicità tramite i mezzi di comunicazione di massa con il rendere di dominio pubblico la sobrietà in A.A. di personaggi famosi. Se infatti queste persone tanto note dovessero ricadere, fuori si penserebbe che il nostro movimento non è forte e si metterebbe in discussione l’autenticità del miracolo del secolo. Alcolisti Anonimi non è anonima, ma gli alcolisti anonimi dovrebbero esserlo.