SUPERBIA

Per migliaia di anni non abbiamo fatto che pretendere di più di quel che ci spettasse
quanto a sicurezza, prestigio e vita sentimentale. Quando ci sembrava di aver successo,
bevevamo per sognare sogni ancor più grandiosi. Quando ci sentivamo frustrati, anche solo
in parte, bevevamo per dimenticare. Non ne avevamo mai abbastanza di quello che credevamo
di desiderare. In tutti questi sforzi, molti dei quali animati da buone intenzioni, l’ostacolo paralizzante era stata la nostra mancanza di umiltà. Ci mancava la prospettiva
adatta a vedere che la formazione del carattere e i valori spirituali dovevano venire al
primo posto, e che le soddisfazioni materiali non erano lo scopo della vita.

Dodici Passi e Dodici Tradizioni, pagg. 100, 101

Più e più volte mi sono accostato al Settimo Passo, solo per poi tornare indietro e
riordinare le idee. Mancava qualcosa e il contatto con il Passo mi sfuggiva. Cosa avevo
trascurato? Una singola parola, spesso letta ma ignorata, fondamento di tutti i Passi,
addirittura dell’intero Programma di Alcolisti Anonimi: quella parola è “umiltà”.
Ho compreso quali erano i miei difetti: rimandavo costantemente i miei impegni, mi arrabbiavo con facilità, mi autocommiseravo troppo e pensavo: “Perché proprio me?” Poi ho
ricordato che la superbia precede la rovina e ho eliminato la superbia dalla mia vita.

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